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Antifascisti.

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Niente più riprese “riservate” alla Camera dei deputati. Niente più onorevoli che giocano al tablet o si guardano la partita durante i lavori parlamentari. Il nuovo codice di comportamento per chi ha accesso alla Camera dei deputati mette una bella serie di paletti al lavoro dei giornalisti nell’Aula di Montecitorio. Data di entrata in vigore delle nuove regole, il 10 ottobre.

A esporre i dettagli del testo di autodisciplina è un articolo del “Fatto”, che detta norme di comportamento a tratti da semplice buon senso, a tratti da vero e proprio bavaglio. Se il documento imporne di restare “in silenzio” durante i lavori dei parlamentari, senza muoversi dalle tribune riservate alla stampa, non sembra così logico chiedere di “interrompere immediatamente le riprese a ogni sospensione di seduta”.

Non si riprendono i fuggi fuggi verso porte e buvette, le calche, i saluti: sono fatti privati. Ma si va ben oltre. Sul testo si legge infatti che è vietato diffondere “fotografie e riprese visive atte a rilevare comunicazioni telefoniche”, e i parlamentari sono al telefono in continuazione, spesso durante le sedute. E soprattutto, niente più fotografie e riprese “non essenziali per l’esercizio del diritto di cronaca relativo all’attualità e allo svolgimento dei lavori in Aula”. Niente più immagini di pizzini e letterine, quindi, o di tablet e smartphone di giochini e di ricerche su Google.

Naturalmente non si potranno più riprendere i deputati che fanno il sonnellino sul banco dell’Aula: che cosa c’entrano con i lavori in corso? E non saranno più permesse riprese “che comportino un danno alla dignità dei deputati e membri del governo presenti in aula e al diritto alla riservatezza”. Naturalmente, viene definita anche la punizione per chi non rispetta le regole: divieto temporaneo di accesso alle tribune. E il palazzo si allontana sempre di più.