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Buon sangue non mente – Racconto

Oggi sono l’unica non addormentata, in casa è tutto buio, porte  e finestre chiuse.

Presto tutti saremo svegli e usciremo, ma a me piace questa pausa, questo momento di sospensione, solo per me.

In televisione non c’è niente. Nessun messaggio sui social, tutti i miei amici dormono.

Bevo un caffè lungo, mentre guardo gli arabeschi della polvere sulla luce, il mondo diviso in due , Dentro e Fuori.

Poi arriva il momento magico, quando tutto diventa Dentro , e posso fare quello che voglio.

La casa è vecchia, noi ci viviamo da pochi anni, cambiamo spesso  abitazione, non possiamo vivere sempre nello stesso posto.

Appena entrati in una casa nuova ogni volta inizia un periodi di grande lavoro, porte, finestre tutto rinforzato, tende nuove e arredi diversi.

La sala è grande, un grande spiazzo lasciato appositamente vuoto al centro, per allenarsi.

Anelli pendono dal soffitto, e un lato è coperto da armi. Spade, lance e altri accessori strani, che piacciono ai miei fratelli, catene con pesi e altro.

Io preferisco le lame, mio padre dice sempre: “se non puoi risolvere il tuo problema con mezzo metro di acciaio affilato, allora sei veramente nei guai“.

Prendo le mie spade, Oro e Argento, il colore delle lame, metallo prezioso in superficie intrecciato insieme a formare come un tessuto, è opera di un maestro vissuto secoli fa.

le mulino nell’aria come faccio ogni giorno, senza rumore.

Le poso e vado verso il Muk, come chiamo il pupazzo di legno sospeso in aria per l’allenamento. un tronco con alcune appendici che sporgono.

Un attimo di concentrazione e in pochi minuti ripasso tutte e centosedici le mosse, colpi lievi, leggeri, che però sembrano secchi come fucilate. Legno che si crepa sotto i colpi.

Nessuno si sveglia, ormai da tempo non facciamo caso a certi rumori mentre dormiamo.

Mi fermo, come paralizzata, la mano a metà di un colpo. Un fruscio sul tetto, due piani più in alto, il passo felpato di qualcuno, di qualcosa che non dovrebbe esserci

In basso altri fruscii, sulla ghiaia, subito seguiti da un raspare alla porta.

Ci hanno trovati!“: sussurro.

Non serve urlare, il respiro di tutta la famiglia si ferma, e rimaniamo alcuni secondi in silenzio, gli occhi aperti , sbarrati nel buio.

I miei genitori sibilano nel silenzio, come una persona sola “il Piano!

Mio padre si dirige nel piano terra, vicino alla porta, e le armi pronte, mia madre corre dai miei fratellini, e li porta nella camera sicura, preparata da tempo.

I miei fratelli maggiori appaiono di fianco a me, come ombre, il viso già velato dai cappucci.

Sono di sopra” , sibilo e loro svaniscono, vanno nei piani superiori ad aspettare.

Pochi secondi e ognuno è al suo posto, i mantelli indossati, i cappucci  sulla testa e le maniche lunghe,il corpo coperto. Armi pronte.

Fuori il nemico si prepara, almeno venti uomini, che cercano di muoversi in silenzio e bisbigliano cercando di non fare rumore.

Rumore di otturatori che vengono liberati, il fruscio delle radio e di scarponi fasciati da imbottiture.

A noi sembra il rumore di una mandria di buoi mugghianti che si avvicina, ai nostri sensi ipereccitati.

Sul tetto sono in tanti, almeno dieci, come diavolo hanno fatto ad arrivarci senza che noi ce ne accorgessimo? Si dirigono alle finestre sbarrate, pronti ad entrare. Altri si calano lungo i fianchi della casa, per sorprenderci da più punti.

Li sentiamo armeggiare con le porte, probabilmente piazzano delle cariche esplosive, stavolta sono veramente in tanti.

ARRIVANO.

Nello stesso momento le porte e le finestre esplodono, e uomini armati coperti da corazze entrano dappertutto.

Tutto diventa luminoso, le armi imbracciate dagli invasori sparano all’impazzata, i nemici urlano, e le luci montate sulle loro armi sciabolano dappertutto.

Ne entrano tre dalla porta finestra alla mia destra e altri quattro di dietro, dal terrazzo.

Io sono pronta, salto in alto e mi giro a mezz’aria, atterro dietro al primo gruppo.

La punta di Argento nella nuca del primo a destra e quella di Oro penetra quella del secondo a sinistra. Estraggo, mi abbasso e pianto entrambe le lame nella pancia del terzo,che è riuscito a girarsi nel frattempo. L’acciaio striscia contro il suo fucile.

Due secondi. Il secondo gruppo si gira e mi vede, e iniziano a sparare. Il corpo del terzo, rivestito da giubbotti antiproiettile mi fa da scudo.

In tutta la casa risuonano urla e spari, un inferno di luce e di fuoco.

Sollevo con tutta la mia forza il corpo e lo lancio dall’altra parte della sala, addosso ai nemici. Seguo con un balzo , le lame aperte ai fianchi come ali. Prima di atterrare squarcio due corpi, che crollano a terra inanimati.

Gli altri due cadono a terra in fretta, uno con una lama nella faccia e l’altro colpito da una gomitata sulla tempia.

Di sopra sento solo silenzio e gemiti, i miei fratelli hanno quasi finito, ma di sotto sento ancora rumore, e un grosso gruppo di assalitori sale le scale.

Mi butto sulle scale, salto senza neanche sfiorare la balaustra, le lame in avanti. atterro sopra di loro, sono in tanti , e il sangue sprizza da tutti gli squarci che apro. Disegni di sangue sui muri.

Dietro di me sento altri colpi, è mio padre che corre su per le scale in mio aiuto.

Tutto bene?“; sussurra in Lingua.

“Si”; rispondo:”ce ne sono altri?

Pare di no, andiamocene

“Lo sai che è pericoloso uscire così

Si“; fa lui:”ma se rimaniamo possono decidere di incendiare o bombardare la casa.

Corro di sopra, mi ricordo che uno dei nemici è ancora vivo.

Gli tolgo il casco, è un ragazzo giovane, apparentemente della mia età. Dopo uno schiaffo apre gli occhi e mi guarda con terrore.

Chi vi manda?” Urlo.

Ripeto la domanda, ma lui non risponde.

Mio padre è di di fianco a me, alto, una lama di luce penetra da un foro nel cappuccio e la guancia inizia a fumare, ma lui non se ne accorge neanche.

E’ solo cibo, smetti di giocare con lui

Mostro i canini e bevo.

E’ stata una serata pesante, in fondo.

By Nuke di Liberticida

Altro tentativo, questa volta Urban Fantasy, come va di moda adesso.