Senza categoria

Caccia alla Volpe, racconto

 

Caccia alla volpe

« Bestemiando Macone e Trivigante,
e di sua legge ogni maestro e donno”

La trasmissione sta per iniziare, Fervono i preparatici, e migliai di persone, decine di milioni, se contiamo i telespettatori sono in attesa.

Manea è, come le altre cacciatrici, praticamente nuda, calza solo gli scarponcini da caccia e indossa appena una gonnellina rossa. Il suo torace abbronzato è coperto di tatuaggi, il suo seno e i suoi capezzoli svettano verso l’alto, come a vincere la forza di gravità.

E’ un vero spettacolo
Insieme alle altre cacciatrici Manea ha cantato le lodi alle Dea, ha bevuto con le altre il Sangue di Leone. Si è recata al suo cancello d’ingresso ,circondata da guardie e dai suoi sei Cercatori.

C’è un po’ di ritardo, la gente sulle tribune comincia a fischiare, dai grandi schermi una panoramica degli spalti e dell’Orto, il campo di caccia.

Il Presentatore, amato dal pubblico lancia il suo discorso

“Cittadini, Fratelli! Dopo le grandi guerre e l’avvento del Direttorio è arrivata la pace: Lode ai Direttori, nostri maestri e guide!

Un boato terrificante scuote tutto l’anfiteatro.

Ora inizia la Caccia settimanale, da noi tanto agognata, ben cento Volpi oggi, verranno liberate… Cento!  SANGUE! SANGUE! SANGUE!”

Un altro boato tra il pubblico, indefinibile, puro rumore animale, che finalmente si compone e ripete infinite volte il richiamo.
E’ passata mezz’ora dal “lancio” delle volpi e il Capocaccia suona il corno con le note del “Pronte”, poi, due minuti dopo, suona il “cacciate

Le porte si aprono, i  cercatori di Manea si lanciano in campo, frementi e affamati, in cerca di una traccia odorosa mentre la cacciatrice li segue a bordo del suo Hover elettrico, fluttuante  ad un metro dal suolo. I droni sono su in alto a trecento metri dal suolo per non rivelare la posizione delle volpi e riprendono tutto.

Le regole sono chiare: la caccia dura un’ora e se una preda non è stata trovata per tempo viene catturata e rigiocata la caccia successiva,  ma solo l’uccisione rituale procura punti alla Cacciatrice e alla sua Muta.

Manea è in testa da mesi, ed ha solo 19 anni.

I cercatori hanno una pista, Manea li sollecita con fischi e grida, c’è qualcosa là tra i cespugli.

Manea afferra il suo fucile, un Bellaria 99 , completamente in plastica e con canne di diverse dimensioni. E’ ad attivazione genetica, solo a contatto con la pelle di Manea può sparare, ed è dotato di comandi vocali.

I cespugli sono troppo fitti , la Muta non riesce a passare, bisogna stanare la Volpe.

Bang” sussurra Menea a bassa voce, per non farsi sentire dai giornalisti e non rivelare la sua strategia.

Spara un colpo dentro i cespugli, una esplosione fortissima scuote tutto l’anfiteatro. E’ solo rumore, ma le Volpi non possono sopportarlo.

Una figura corre velocissima, verso un altro gruppo di cespugli, Menea sussurra “fire” e velocissima spara un colpo contro un albero, proprio lì di fianco.

Il tronco esplode in una vampata di fuoco, che lambisce la Volpe e le fa cambiare direzione.

L’anfiteatro diventa silenzioso, il pubblico ha capito che Menea sta per cominciare il crudele gioco per cui è famosa, fa impazzire la Volpe facendola correre all’impazzata per poi finirla crudelmente.

La Volpe è grossa, forte e non si arrende, continua a guizzare verso un rifugio inesistente, tutto intorno le altre cacciatrici fanno strage, ma il pubblico in casa e sulle tribune ha occhi solo per Menea.

La volpe è a pochi metri dalla Muta e Menea Sussurra “rete”.

Incredibile! sbaglia il colpo e il pubblico tuona un muggito di pura rabbia.

la rete è passata vicinissima, ma non ha avviluppato la vittima, che fugge verso  una altra grossa macchia di cespugli.

All’ultimo momento un parola semisussurrata:”medusa” e un colpo preciso, proprio alla base del collo mette fine alla fuga della Volpe

I cercatori l’hanno circondata ma se ne stanno fermi a cinque metri dalla preda in attesa della padrona.

La volpe resta immobile, pietrificata dall’ago intinto nella succinilcolina, può muovere solo gli occhi.

E’ cosciente, sente tutto, ma non riesce a muovere un muscolo, Manea si avvicina e bagna l’indice nel proprio sangue, apre la bocca della volpe e sfrega il dito insanguinato sulla fronte  della bestia paralizzata tracciando una croce, poi sulle labbra.

E’ il rito dell’Odio e dello Spregio. Si allontana di qualche passo, un fischio acuto, adesso la Muta può divorare la preda ancora viva.

I grandi schermi mostrano tutti i dettagli della battuta e gli spettatori sono entusiasti. Manea è la loro beniamina, la più amata tra le cacciatrici, perché è sempre la migliore a trovare la preda ed è quella che ne scova di più in ogni Caccia. Un boato, un tuono di rumore e di grida così forte da sembrare solido, fa tremare gli spalti, ad ogni sua uccisione.

E’ martedì, oggi arrivano i camion gabbia con altre volpi, e quasi tutte le cacciatrici sono ai recinti per vedere il nuovo carico. Eccoli, parcheggiano all’ingresso , le gabbie di raccordo vengono fissate e le bestie vengono fatte scendere sollecitate da pungoli elettrici; le cacciatrici si scambiano opinioni sulla qualità della fornitura; a loro piace guardare le prede anche se non tutte potranno cacciarle, non tutte hanno il sangue disponibile per la prossima caccia, domani. Un trambusto, grida d’allarme ma non concitate, piuttosto divertite: una Volpe ha saltato il recinto e sta fuggendo verso nord.
L’autista del camion sale con calma in cabina, prende il Bellaria (sponsor ufficiale dell programma), scende,  mira con lentezza e, mormorando fra sé “Nitro…Fanculo musulmano di merda”, spara.

Al centro delle scapole dell’uomo che corre appare una fontana di sangue, cade senza vita come se fosse attirato dalla terra.

Le altre Volpi emettono tutte insieme un gemito di terrore.

Oggi Manea non lavora, si occupa personalmente dei suoi cercatori, della sua Muta.

Sono maiali di razza Duroc modificata proprio per la caccia, non sono difficili da addestrare e nel periodo in cui non cacciano, quando Manea non ha il mestruo, mangiano solo vegetali.

By Nuke di Liberticida

Ringraziamenti:

Ringrazio prima di tutto gli amici di Calcydros per la pazienza con cui sopportano i miei scritti. Ringrazio Monrefuge per avermi fornito la storia che ho saccheggiato a mio piacimento, ogni difetto è imputabile a me, e non a lui. E ringrazio William Francis Nolan, autore del libro “la fuga di Logan” per l’idea di una arma a comando vocale, in dotazione ai cacciatori di uomini.“ago, nitro, rete, vapore, lacerante e cercante”: e non ringrazio gli sceneggiatori di Dredd per averlo copiato senza citarlo.