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Commissario, sa, la Diana mi picchiava col martella (lic.)…

Mi picchiava qui sugli occhi per sembrare lei più bella…

Per far ridere gli amici mi buttava giù dal ponte, ma per non bagnarmi tutto mi buttava dove è asciutto.

 

Che l’amore tra Carlo e Diana non fosse mai realmente sbocciato già si sapeva, così come tutti erano conoscenza del fatto che il futuro re d’Inghilterra amasse quella che anni dopo sarebbe diventata la sua seconda moglie, Camilla Parker Bowles. Quello che si apprende solo oggi, grazie alla  biografia “Principe Carlo: le passioni e i paradossi di una vita improbabile” di Sally Bedell Smith, sono i retroscena di quella storia tenuta in piedi solo per convenienza e che dipingono una realtà quotidiana intrisa di amarezza e dissapori.

Lady Diana, la sposa perfetta perché era vergine

Il libro shock – l’autrice, nel redigerlo si è avvalsa delle testimonianze di Pamela Hicks, un’amica della famiglia reale – racconta di come Carlo, benché amasse Camilla sia stato costretto da suo padre Filippo a sposare Diana “solo perché era vergine” e perché erano stati fotografati una volta insieme. “Non era innamorato, non era pronto. Ma psicologicamente ha interpretato il diktat del padre come un atto di bullismo e una coercizione”, scrive il Daily Mail a proposito delle nuove rivelazioni.

Lo scherniva e colpiva alla testa mentre pregava

Conscia di avare accanto un uomo che non l’amava e non l’avrebbe mai amata, Diana andava avanti e nella sua triste quotidianità non dava certo il meglio di sé come donna e moglie. “Lady Diana è una donna vittima delle sue paranoie e dei suoi problemi psicologici, ingestibile e scontrosa con il marito”. Non solo. Per far pagare a Carlo il peccato originale di non averla realmente scelta, corteggiata e volutamente sposata, era solita schernirlo, dicendogli che non sarebbe mai salito al trono. Pare inoltre – secondo l’autrice del libro – che lo colpisse in testa quando di sera lo trovava inginocchiato accanto al letto per pregare.

Diana si tagliò col vetro e si buttò giù dalle scale

Che quel matrimonio non “s’aveva da fare”, al di là dell’assenza dell’ingrediente principale, si era capito del resto sin dalle prime uscite. “Non avevano connessioni intellettuali, amici comuni, interessi comuni e tra l’altro a pesare era anche il grosso divario d’età. Di fatto, quando mancavano pochi giorni alla celebrazione del loro matrimonio, la principessa triste scoppiò in lacrime durante una partita di polo. La sua disperazione all’idea di dover compiere un passo così poco sentito era tale che nella tenuta in Scozia della famiglia reale arrivò a tagliarsi con delle schegge di vetro di fronte a Carlo. Disposta a tutto pur di attirare l’attenzione di quel marito che non l’amava, Diana compì un altro folle gesto. Secondo Sally Bedell Smith si sarebbe buttata giù dalle scale quando era incinta di tre mesi”.

“Il grande bluff”: il matrimonio alla St Paul Cathedral

Trascorsi 36 anni da quello che venne definito il matrimonio del secolo, ma che in realtà era solo un grande bluff, di quel 29 luglio 1981 resta solo un ricordo: quello di una imbarazzata e poco più che ventenne Diana Spencer, che camminava lungo la navata della St Paul Cathedral indossando un abito in taffetà e seta, color avorio, impreziosito da antichi pizzi e da uno strascico lungo sette metri. Fu un vero spettacolo per gli oltre 750 milioni di telespettatori che seguirono l’evento in mondovisione e per quei 600 mila sudditi accorsi nelle strade della capitale britannica. Peccato che per lei sarebbe stato solo l’inizio di un incubo che neppure il divorzio, arrivato solo nell’agosto 1996 sarebbe riuscito a cancellare.