Attualità

«Ehi pecorella, vuoi sparare?» Insulti al carabiniere immobile

In un video di Corriere Tv offese e scherno di un manifestante

«Ehi, pecorella, sei venuto a sparare? Per quello che guadagni non ne vale la pena… ». Arrivano come uno sputo sulla visiera dell’uomo in divisa, provocano, irridono, sono la gratuita offesa di chi si ritiene impunito nei confronti di un servitore dello Stato chiamato a compiere il proprio dovere.

Non domandatevi nient’altro, adesso, non pensate all’Alta velocità o alla difesa della valle, fermatevi su una sequenza che più di ogni altra mostra dove può sfociare la cieca cattiveria di questi giorni in val di Susa. «Che pecorella sei?», ripete il giovane manifestante appoggiato a un guard rail. «Hai un numero, un nome? Mi sa che sei illegale… Sei venuto per sparare, vuoi sparare?.. », chiede con una certa tracotanza al giovane carabiniere che lo fissa davanti.

E’ difficile non riandare ad altri tempi, alle inquietudini di altre stagioni, agli incubi, alla violenza,alla gratuità di certe minacce, e non si può evitare di pensare a Pierpaolo Pasolini, alla sua invettiva in difesa di altri uomini in divisa, quei poliziotti che più di quarant’anni fa a Valle Giulia, a Roma, vennero presi a botte dai sessantottini con le facce di figli di papà e lo stesso occhio cattivo. Oggi, quarant’anni dopo, facciamo nostre le parole del poeta davanti a questo tracotante no Tav che si abbandona all’insulto nei confronti del giovane carabiniere: «Quando ieri a valle Giulia aveva fatto a botte con i poliziotti, io simpatizzavo per i poliziotti. Perché i poliziotti sono figli di poveri. Vengono dalle periferie, contadine o urbane che siano… ».

Non c’è Pasolini oggi a difendere i poliziotti e i carabinieri schierati sui ponti di un’autostrada o davanti ad un cantiere in difesa della libertà di altri cittadini, ma bastano pochi frammenti del filmato di Corriere tv per capire da che parte stare. Perché è violenza a senso unico quella che si sente e si vede nelle immagini che adesso viaggiano su Internet. E va elogiata la calma del giovane militare, ripetutamente provocato. «Pecorella, ascolta, io pago anche per te. Vi siete divertiti, eh». Silenzio. «Fatti riconoscere. Io non so chi sei. Parla. Noi ci divertiamo un sacco a guardare voi stronzi… ». Ancora silenzio. E’ difficile trattenere il fiato, lasciandosi scorrere addosso la lunga sequela di accuse. Il giovane militare ci riesce, e gli va detto pubblicamente grazie, per non aver fatto precipitare una situazione incandescente in un nuovo incidente, in uno scontro.

Era come se qualcuno non aspettasse altro. Gli animi sono surriscaldati in val di Susa. La tensione è alta. Ma certe scene di scherno i no Tav se le potevano risparmiare. Con gli insulti, con le scritte brigatiste nei confronti del giudice Caselli, con la tracotanza esibita in questo modo, si isolano da soli.