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E’ finita, adesso è morto! Per un’otite!

Da Repubblica.it

Omicidio colposo. Questa l’ipotesi di reato che si profila nell’inchiesta sulla morte di Francesco, il bambino di 7 anni morto oggi nell’Ospedale ‘Salesi’ di Ancona per le complicanze di un’otite bilaterale curata con prodotti omeopatici e non con gli antibiotici. I genitori del piccolo hanno dato il loro consenso al prelievo degli organi.

L’inchiesta. Gli atti di indagine, che al momento sono ancora carico di ignoti, sono stati trasmessi per competenza dalla procura di Ancona alla procura della Repubblica di Urbino. Due giorni prima di essere trasferito ad Ancona infatti, il bimbo, che viveva con la famiglia a Cagli (in provincia di Pesaro Urbino) era stato visitato a domicilio dal medico omeopata che lo aveva in cura: il reato quindi si sarebbe consumato nel Montefeltro. Non ancora disposta l’autopsia. Gli eventuali indagati (oltre alla posizione dell’omeopata c’è da valutare anche quella dei genitori) avranno la possibilità di nominare periti di parte per partecipare all’esame.

Il consenso all’espianto. I genitori del bambino “hanno congiuntamente dato il consenso al prelievo degli organi”. L’annuncio è stato dato dalla coordinatrice regionale ai trapianti, la dottoressa Francesca De Pace. “La scelta di donare gli organi e di darne comunicazione – ha spiegato – riflette la volontà maturata dai genitori, nel momento più brutto della loro vita, di dare speranza ad altri piccoli pazienti. Il loro gesto generoso salverà altre vite”.

“Ringraziamo moltissimo questi genitori per la scelta della donazione – ha aggiunto il direttore del Centro nazionale Trapianti, Alessandro Nanni Costa – che testimonia, oltre alla loro generosità e all’attenzione verso i piccoli pazienti in attesa di organi, anche la fiducia nel sistema sanitario e nei medici che hanno preso in carico il loro figlio”.

La vicenda. I genitori di Francesco, due commercianti che hanno anche altri due figli minorenni, sono convinti sostenitori delle cure omeopatiche, e si erano rivolti al dottor Massimiliano Mecozzi, medico omeopatico con studio a Pesaro, che da tre anni seguiva il bambino, mai curato con antibiotici dall’età di tre anni.

Circa 15 giorni fa Francesco si è ammalato di otite bilaterale: i genitori non si sono rivolti alla pediatra di famiglia, ma al dottor Mecozzi, che avrebbe visitato il piccolo in due occasioni, consigliando ai familiari una terapia a base di preparati omeopatici.

Francesco però peggiorava, era sempre più debole, con la febbre che andava e veniva. Fino alla notte del 23 maggio, quando ha perso conoscenza: a quel punto il padre e la madre l’hanno portato nell’ospedale di Urbino, dove una Tac ha rivelato gravi danni al cervello. I sanitari hanno disposto il trasferimento nella struttura pediatrica ‘Salesi’, dove, alle 4 del mattino del 24 maggio, è stato tentato un intervento chirurgico per la rimozione dell’ascesso cerebrale. E’ cominciata anche una terapia antibiotica d’urto, ma le condizioni cliniche del bimbo non lasciavano più speranza.
“Stato comatoso grave” le parole del bollettino medico diffuso ieri dal direttore sanitario degli Ospedali Riuniti Alfredo Cordoni.

“Nella prima mattinata – si legge nel bollettino medico – il quadro clinico del paziente si presentava con una stabilità cardio-circolatoria, parametri ventilatori e della diuresi validi. Il bimbo restava comunque in coma irreversibile. Un nuovo controllo elettroencefalografico ha mostrato l’assenza di attività elettrica. A questo punto, dopo aver contattato la direzione medica dell’ospedale, è stata convocata la Commissione per l’accertamento della morte cerebrale”. Nel pomeriggio è stata dichiarata la morte del bambino. Dalla direzione del Salesi – ha fatto sapere l’ospedale – è stata trasmessa una segnalazione sul caso alla procura di Ancona e alla procura dei minori.

Il nonno. E almeno per ora tace il dottor Massimiliano Mecozzi, il medico omeopata che aveva in cura il piccolo Francesco. Il medico non risponde al telefonino e il numero dello studio in via del Cinema a Pesaro risulta non attivo. “Ha spaventato mia figlia e il marito; entrambi erano come paralizzati dalla paura. Per questo hanno aspettato prima di ricoverarlo in ospedale ad Urbino”, ha raccontato al sito del Resto del Carlino di Pesaro, Maurizio O., il nonno del bimbo.

“Quando lei lo supplicava di dare l’assenso per portare il bimbo in ospedale perché lo vedeva peggiorare, lui le ha risposto che gli avrebbero somministrato Tachipirina, con la conseguenza di farlo diventare sordo. Non solo, sarebbe potuto finire in coma epatico. Li ha come paralizzati dalla paura”. La famiglia era convinta della bontà delle cure omeopatiche. Francesco è stato vaccinato ma non ha fatto i richiami dopo i 15 mesi d’età, e da tre anni non assumeva più antibiotici: “L’omeopatia non c’entra – ha detto il nonno – C’entra lui, solo lui, e pagherà”. Ma, per ora, l’omeopata risulta irreperibile.