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L’Fbi accusa la Fiat Chrysler: “Ha pagato di 1,2 milioni di dollari in tangenti per addomesticare le trattative sindacali”

Secondo la polizia americana avrebbe corrotto alcuni sindacalisti dell’Uaw per rendere meno oneroso il costo del lavoro

Holiefield con il CEO FCA Sergio Marchionne
Holiefield con il CEO FCA Sergio Marchionne

Fiat Chrysler Automobiles nel mirino dell’Ufficio Federale di Investigazione (Fbi). Secondo la polizia americana, ex manager FCA avrebbero adoperato un conto del Centro di formazione UAW-Chrysler, sovvenzionato da Chrysler, per oliare i rapporti sindacali tra la società e il sindacato. Un’altra brutta tegola si è dunque abbattuta sull’azienda capitanata da Sergio Marchionne, già costretta all’angolo dal violento uppercut sferratogli lo scorso gennaio dall’Agenzia per la protezione dell’ambiente (Epa), che l’aveva accusata di aver messo in vendita più di centomila veicoli diesel con emissioni inquinanti superiori alle norme (Jeep Grand Cherokee e Dodge Ram, venduti negli Stati Uniti tra il 2014 e il 2016).

L’accusa cui deve fare fronte il manager italo-canadese non è, neppure questa volta, di poco conto: per David P. Gelios, capo dell’FBI di Detroit, ci sarebbe stata “una preoccupante collaborazione criminale” tra i funzionari di alto livello della Fac e i sindacalisti di vertice Uaw.  Se il rapporto di Fbi dovesse rivelarsi attendibile, potrebbero essere rimessi in discussione i contratti negoziati “nel corso di questa cospirazione criminale”, ha concluso Gelios.  Marchionne sta tentando di levare dall’impaccio la sua creatura con una mail indirizzata ai dipendenti dell’azienda (e pubblicata anche da Automotive News Canada). Nel documento, l’amministratore delegato di Fca ha espresso “disprezzo” per chi ha determinato una situazione che “non ha nulla a che fare con il processo di contrattazione collettiva con l’Uaw”.

 L’implicita ammissione di responsabilità (non personale) non ha è stata ancora ingoiata dai dipendenti, costretti in questi ultimi anni, specialmente a Detroit, a tirare la cinghia (i contratti prevedevano un taglio del 50% dei salari dei nuovi assunti e la creazione di lavori “alternativi” meno pagati). Sempre con la stessa mail, Marchionne ha spiegato che Fca è orientata a portare davanti a un tribunale Usa l’ex vicepresidente di Fiat-Chrysler per le relazioni sindacali Alphons Iacobelli e Monica Morgan, nota fotografa e vedova dell’ex vice presidente Uaw, General Holiefield, responsabile fino a giugno 2015 delle relazioni sindacali.

Stanno camminando sulle spine anche Jerome Durden, un famoso analista finanziario, e altri tre dipendenti Fiat Chrysler. Le somme distratte, quasi 1,2 milioni di dollari, sarebbero state sottratte da Holiefield e dalla Morgan tramite le carte di credito e i conti correnti del Centro di Formazione. L’imbroglio sarebbe continuato anche dopo la morte di Holiefield (avvenuta nel marzo del 2015 per un cancro al pancreas): le mazzette sarebbero continuate a transitare senza intoppi nei conti della Morgan e dell’ente benefico Leave the Light On Foundation.

L’Uaw, uno dei più potenti sindacati Usa, sta “assurdamente tentando” – hanno scritto alcuni quotidiani “socialisti” americani – di prendere le distanze da corrotti e corruttori.  Marchionne ha anche voluto commentare le parole del presidente di Uaw, “mi unisco a Dennis Williams nell’esprimere il mio disgusto per questi comportamenti. Fca Usa dopo essere venuta a conoscenza di azioni sospette nel giugno del 2015, ha svolto indagini e, dopo aver trovato prove credibili, ha subito allontanato gli individui coinvolti nella vicenda”.

In effetti, Iacobelli aveva rassegnato le dimissioni un mese prima di ricevere l’incarico di negoziare il rinnovo del contratto, quello poi bocciato dai dipendenti FCA nell’ottobre 2015. I contratti troppo pro aziendali del 2007, 2009 e 2011 erano stati invece approvati senza discussioni, sotto il ricatto della chiusura, dalla maggioranza dei lavoratori, cui era stato imposto, per contratto, di non utilizzare l’arma dello sciopero fino al 2015.

Marchionne, che non ha voluto affrontare l’argomento durante la consueta conferenza telefonica del giovedì con analisti e giornalisti, ha dichiarato che Fca è pronta all’azione legale: “Ora che la questione è diventata pubblica e le azioni dell’Fca Usa sono sotto il mirino degli speculatori, la società intende perseguire Iacobelli e gli altri eventuali colpevoli”, ha detto il manager che piace tanto a Matteo Renzi e Silvio Berlusconi.

Il titolo Fac – comunque – sembra non risentire dello scandalo. Gli analisti di Banca Akros hanno salutato come “molto importante e molto positiva” la notizia, diffusa nel fine settimana, secondo cui FCA ha ricevuto dall’agenzia federale USA per l’ambiente i certificati di conformità per la produzione e la vendita di alcuni modelli diesel Ram e Chrysler, bloccati dopo l’inizio dell’indagine su 104 mila veicoli venduti tra il 2014 e il 2017.