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PD elargisce a piene mani (i NOSTRI soldi)

L’Italia spende 30 milioni per formare gli scienziati nordcoreani che lavorano alla bomba nucleare di Kim Jong-un

L’Onu, preoccupata dopo l’esperimento nucleare del 6 gennaio, ha mandato una una richiesta d’informazioni al nostro governo

L'Italia spende 30 milioni per formare gli scienziati nordcoreani che lavorano alla bomba nucleare di Kim Jong-un

Il governo italiano spende ogni anno 30 milioni di euro per accogliere e formare gli scienziati del regime nordcoreano, lo stesso che per voce del suo leader, il dittatore Kim Jong-un lavora alla bomba nucleare. A darne notizia, con un servizio esclusivo a firma del giornalista Gian Micalessin, è Il Giornale. Negli ultimi anni, decine di fisici dell’Università della Corea del Nord, hanno approfondito gli studi presso il Centro Internazionale di Fisica Teorica (Ictp) Abdus Salam di Miramare (Trieste), garantiti all’82 per cento dal nostro governo. Di questi scienziati Gian Micalessin ne ha identificato quattro. Si chiamano Kim Thae Hyok, Mun Ui Ri, Jong Kwang-Hyok e Jong Kum Hyok. I nomi, come è normale che sia, non ci dicono molto, ma appartengono a fisici che, dopo essersi laureati presso le università della Corea del Nord hanno approfondito i propri studi in Italia. Jong Kwang-Hyok ha studiato fisica della materia condensata, Mun Ui Ri ha approfondito le tematiche delle alte energie e della fisica delle particelle, come ha fatto anche il collega Kim Thae Hyok, mentre Jong Kun Hyok studia ancora adesso la materia condensata.

Il responsabile dei programmi scientifici: “Nessun rischio”

“I ricercatori della Corea del Nord che hanno frequentato le nostre lezioni sono stati nel corso degli anni più di una ventina – ha spiegato al Giornale il professor Sandro Scandolo, responsabile dei programmi scientifici dell’Ictp -. Devo ammettere che spesso sono rimasto sorpreso per la loro competenza e preparazione”. Il ricercatore ha tuttavia voluto tranquillizzare quanti ora si dicono preoccupati. “Tra quanto si studia qui e gli esperimenti condotti nella Corea del Nord non c’ è connessione. L’unico ricercatore nord coreano rimasto si occupa della teoria delle stringhe, una disciplina assolutamente teorica”. In sintesi i corsi frequentati dai ricercatori nord coreani  difficilmente troveranno applicazione concrete nel campo delle armi nucleari. Scandolo ribadisce inoltre che allo stato attuale non vi sono motivi di preoccupazione in quanto “le nostre attività sono monitorate dalla Aiea (Agenzia Internazionale per l’energia Atomica – ndr) che oltre ad essere titolare del centro assieme all’Unesco e al governo italiano controlla i nominativi dei ricercatori sulla base delle sanzioni Onu a carico della Corea del Nord”.

L’Onu preoccupata chiede informazioni all’Italia

 Ma non tutti sembrano pensarla come il professore. “Il Comitato Sanzioni dell’Onu ci ha inoltrato una richiesta d’informazioni in base alla risoluzione 2270 votata dal Consiglio di Sicurezza dopo l’esperimento nucleare del 6 gennaio di quest’anno spiegano al Giornale fonti della Farnesina – e allora la nostra unità responsabile della ricerca scientifica ha girato all’Ictp un’informativa ricordando il divieto d’impartire formazione specialistica in materie sensibili utilizzabili per lo sviluppo di armamenti ufficiali”.