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Poletti fritti

Poletti Giuliano, ministro del lavoro e delle politiche sociali, è stato fulminato sulla via di Damasco: con l’APE piu posti di lavoro per i giovani. Oibò ho pensato, hanno dato il ministero del lavoro a un mentecatto analfabeta e invece no, peggio:

diplomato agrotecnico si iscrive al Partito Comunista Italiano. diventa assessore alle attività produttive nel comune di Imola, poi s’incunea con vari incarichi nelle Coop e ora è ministro del lavoro.

Pensavo che solo in un paese del terzo mondo un compagno agronomo, telecomandato da un democristiano travestito da compagno, potesse ottenere un dicastero così delicato e importante come quello del lavoro; invece no,anche nell’Italietta è possibile!

Ora tutto torna: ecco perchè è convinto che prepensionando si liberino posti per i giovani, è la risposta che il programma Redcomunist V. 1.3 che  l’antiquato elaboratore  286 ce gli è stato installato al posto del cervello, fornisce alla domanda “come intende ridurre la disoccupazione”! 

Giuliano caro, ascolta attentamente: non sono i lavoratori a pochi anni dalla pensione il problema, non è colpa loro se i giovani sono disoccupati, il problema è che le aziende NON VENDONO! NON FANNO UTILI Giuliano! E sai perchè non vendono Giuliano? Ma perchè la domanda è ferma, è immobile e la colpa è del Rattlesnake, l’ufficiale giudiziario IMPOSTOCI dal tribunale fallimentare Europa,  che confesso “stiamo distruggendo la domanda interna”! Se vuoi ridare lavoro ai giovani Giuliano, devi far ripartire la domanda, e la domanda riparte abbassando le tasse, ma le tasse finchè, sei invischiato nulla melma europea, con la palla “moneta unica” al piede, non le abbasserai mai e MAI ripartirò l’economia, Giuliano, MAI!

Facendo quello che fai tu Giuliano mio, aumenti la spesa pubblica che dovrà essere coperta da nuove tasse dato che non hai una moneta sovrana, ma questo è il contrario di quel che serve perchè contrarrà ancor di più la domanda incrementando la disoccupazione! Poletti… ma quanto ti paga il tuo capo toscano per fare ‘ste minchiate eh?