Ottocento anni di lotta e, malgrado la sconfitta, i Ghibellini osano ancora mostrare i simboli della loro fedeltà verso l’imperatore di Sassonia.
Il partito Guelfo Italiano, diretto con mano giusta e ferma da Renfi il magnifico, erede di cotanta stirpe italiota, proclama un editto:
“io Renfi Il magnifico, lo imperatore de lo regno Italiota proclamo con la siguente bolla la scomunica urbo et orbo ( shis!) de la gente ghibellina.
Costoro con nefandi atti satanici inquinano il latte de le vacche, inaridiscono li campi e corrompono le giovani menti de li bambini.
Il loro simbolo, la croce bianca in campo rosso, vile specchio della croce rossa in campo bianco, simbolo guelfo di redenzione e di ambulanza per tutto lo popolo e di fideltà a lo Santo Papa di Roma, lo Unico Papa, quando non est doppio come hora.
Vietiamo in tutto lo regno italiota i simboli de la genia ghibellina, ovvero tutte le croci bianche in campo rosso. Cominciando da lo simbolo de lo odiato popolo svizzero, che si è unito in blocco a lo impero sassone,e la casa Savoia dei traditori, e lo serpe in seno de lo papato , l’ordine dei Cavalieri di Malta.
Affè mia, siamo circondato da traditori e mala genia!
Le persone che non obbediranno a lo editto e non distruggeranno i simboli della mala gente saranno puniti con 12 vergate, una multa di cinquecento scudi e ad essere accullattati su la pubblica piazza per due giorni e due notti.
Renfi il Magnifico, Fiorenza lo XXIV de Iulio MMXVII
By Nuke di Liberticida