Attualità

Risparmi olimpici

Monticello nostro è un buon padre di famiglia, oculatamente indirizza le spese e consolida i risparmi. Riporto questo articolo de L’Unità che bene descrive come i soldi si risparmino non fuggendo da investimenti in grado, se sfruttati con professionalità e diligenza, di produrre un ottimo ritorno di immagine e denari, ma cambiando la cultura statalistico-assistenzialista ancora troppo radicata nel paese.

Le Olimpiadi non ci sono più
Ma paghiamo la Commissione…

di Mariagrazia Gerina

Per chiudere la partita della candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020, un affare che avrebbe richiesto 9,3 miliardi di investimenti di cui 4,7 di parte pubblica, è bastato il “no” di Monti. Molto più tortuosa, a quanto pare, sembra essere la strada per chiudere la Commissione Giochi Olimpici e grandi eventi, istituita dalla Regione Lazio all’inizio del 2011 proprio in vista dell’evento olimpico e riunitasi non più di tre volte in un anno.

Che non abbia più senso di esistere tocca dirlo ai partiti di opposizione, che per altro parecchi dubbi sull’utilità di quella ennesima superfetazione del consiglio regionale del Lazio li avevano sollevati anche in passato. Parole che uno dopo l’altro Pd, Idv, Lista civica, Api, ieri sono corsi a tradurre in una proposta di legge. Talmente semplice che sarà difficile opporgli altri cavilli. Composta da un solo articolo: chiudere la commissione. E basta. «Votata la legge, dal giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione, si evita l’inganno», suggeriscono Esterino Montino ed Enzo Foschi, che l’hanno presentata a nome del Pd. L’inganno, infatti, era già stato confezionato. Il presidente dell’Aula consiliare, Mario Abbruzzese, non s’era perso d’animo. Alla notizia della cancellazione della candidatura olimpica aveva suggerito di sbianchettare dall’intestazione «Giochi olimpici» e di lasciare solo «Grandi eventi». Nel Lazio – aveva osservato – non ne mancano. Smarrita la “ragione sociale” delle Olimpiadi, persino il giubileo del 2025 era stato invocato a difesa della Commissione. E comunque: « La commissione è stata costituita con legge regionale. Per sopprimerla serve un’altra legge regionale che modifichi la precedente», aveva sentenziato Abbruzzese, nell’ansia di prendere tempo, e nella speranza di riuscire davvero ad evitare la chiusura dei battenti.

Ancorché i temporeggiamenti, s’intende, sono tutti a spese dei contribuenti. In un anno, la Commissione è costata una cifra che supera i centomila euro e – secondo i Verdi – viaggia addirittura intorno ai 200mila euro. Gran parte spesi per gli emolumenti al presidente. Romolo Del Balzo, consigliere regionale indagato per una brutta truffa ai danni del Comune di Minturno, suo paese natale, nel Basso Lazio, legata allo smaltimento dei rifiuti. Proprio nelle sue mani la maggioranza aveva voluto affidare la ventesima Commissione del Lazio – un po’ troppe fa notare l’opposizione che vorrebbe sforbiciarle – proprio mentre tutta l’opposizione, considerando che Del Balzo era stato arrestato il 26 ottobre del 2010 e rilasciato il 16 dicembre con obbligo di firma, ne chiedeva le dimissioni. la stizza di renata polverini «Non ci sono più le Olimpiadi, Del Balzo si è dimesso, mi pare che la polemica ora debba venire meno», replica la presidente Renata Polverini.

Peccato che anche sulle «dimissioni» si sia aperto un piccolo giallo. Abbruzzese le aveva interpretate come protesta al “no” di Monti. «No, è semplicemente che considero esaurita la funzione di questo organismo e non ripresentabile nella formula di improbabili grandi eventi», corre a dissociarsi il vicepresidente della Commissione, Francesco Carducci Udc. In attesa della capigruppo in cui si dovrà sciogliere la matassa, si capisce che l’opposizione sia corsa a tradurre l’ovvio in una proposta di legge. «È l’atto formale necessario affinché questa commissione, ormai inutile, venga chiusa», spiegano gli Idv Giulia Rodano e Vincenzo Maruccio. Peccato che quello strumento formale per ora dai banchi della maggioranza non l’abbia impugnato nessuno.