Naritsugu, giovane signore feudale, si distingue per crudeltà, amoralità e disprezzo della vita umana. La disinvoltura con cui uccide inservienti e contadini, rei di non essere abbastanza fedeli, rischia di scatenare una rivolta. Lo shogun si rifiuta di intervenire, così il consiglio dei notabili decide di risolvere la questione affidando il compito di eliminare il sanguinario signorotto a Shinzaemon, un indipendente, un cane sciolto il quale accetta l’incarico e mette su una squadra di 13 tra ronin e “non samurai” tra i più coraggiosi e validi combattenti. Attirato in una trappola l’esercito di Naritsugu, Shinzaemon e i suoi, di gran lunga inferiori di numero, con la loro abilità di combattenti e una serie di trappole, riusciranno, a costo della vita, a portare a termine il loro compito. Nella carneficina finale, in cui trovano la morte entrambi i protagonisti, si salveranno solo due “non samurai”.
Il regista, Takashi Miike, esperto di b-movies violenti e dall’azione adrenalinica e forsennata, confeziona un film a metà tra il genere “samurai” e il western, con rimandi inevitabili a “I sette samurai” e “Il mucchio selvaggio”. Con una regia meticolosa e precisa, dove i primi piani intensi e le scene corali si alternano abilmente, una fotografia quasi perfetta, una scenografia ambiziosa e notevoli coreografie dei combattimenti individuali, Miike, già conosciuto per Ichy the killer, splatter dove protagonista assoluta è la violenza esagerata fino a risultare quasi “comica”, offre due ore di cinema adrenalinico e intenso nel quale viene praticamente sancita la fine di un mondo, quello dei samurai fatto di cieca obbedienza alle tradizioni e al proprio signore. Non a caso gli unici due sopravvissuti non sono samurai, anzi uno dei due confessa all’altro che non lo diventerà mai, preferendo piuttosto diventare un bandito o addirittura emigrare in America.
Anno: 2010
Regia: Takashi Miike
Interpreti: Kôji Yakusho, Yusuke Iseya, Tsuyoshi Ihara, Takayuki Yamada, Sosuke Takaoka.
Genere: Azione, Jidai geki