Politica

Alì Babà Monti


Da Dagospia

1- IL “WALL STREET JOURNAL” INSISTE: ALI BABÀ MONTI NON È LA THATCHER
Il “Wall Street Journal” ha deciso: lo sputtanamento di Ali Babà Monti deve essere universale. Per cui l’articolo in prima pagina uscito venerdì scorso nell’edizione Usa del giornale economico della scuderia Murdoch è stato pubblicato pari pari questa mattina nella versione europea. Adesso per far completare a Rigor Montis il giro del mondo manca solo l’edizione asiatica.

Il fondo ripete i pesanti attacchi già letti venerdì scorso. “In un attacco improvviso di euro-follia abbiamo sperato che Monti potesse essere un leader stile Thatcher, pronto a prendere posizione contro un moderno Arthur Scargill (il leader del potente sindacato dei minatori britannici negli anni ’80) ma dopo la resa davanti al partito di sinistra, che sostiene la sua coalizione di governo, il paragone più appropriato per Monti è con Ted Heath, lo sventurato predecessore della Thatcher” alludendo che al fatto che Heath abbassò la testa davanti alle Trade Unions.

E Tonti dei Monti non l’ha presa affatto bene anche perché gli era stato detto che con il Wall Street Journal c’era stato un chiarimento e quindi non si dovevano temere altre sorprese. Alla faccia del chiarimento! A Palazzo Chigi e dintorni si sussurra che la poltrona di Amelia Torres, la giornalista atterrata a Roma da Bruxelles proprio per curare i rapporti con la stampa estera, traballa. Inutile dire con grande gioia di Mafalda Olivi che, è risaputo, proprio non la sopporta.

2- CAMBIA LA TRUPPA DI GIORNALISTI AL SEGUITO DI RIGOR MONTIS
Aria nuova nel plotoncino di giornalisti al seguito di Rigor Montis. I direttori di giornali, agenzie e tv, per la trasferta mediorientale di Ali Babà Monti, che si concluderà domani, hanno voluto volti nuovi. Ufficialmente per dare il cambio a quelli che avevano seguito Mao-Monti nella lunga trasferta asiatica. Ufficiosamente sembra perché non erano soddisfatti dei loro resoconti praticamente tutti uguali e soprattutto perché avevano avallato, senza controllare, la storia delle falsi lodi di Obama facendo fare alle testate di casa nostra una figuraccia internazionale.

3- GAFFE LIBANESE DI ALI BABÀ MONTI

Non c’e viaggio senza gaffe, ormai è diventata una consuetudine. Così il nostro Alì Babà Monti al suo sbarco in Libano i visita al nostro contingente impegnato a Shaama nella missione Unifil ne inanella subito una. Rigor Montis come al solito parla di tutto, mischia cose militari, politica estera e cose italiane di cui all’estero grazie a dio non gliene ne frega niente a nessuno. Nel suo intervento nonostante i suoi interlocutori fossero militari si dimentica un particolare importante. Nemmeno una parola su Salvatore Girone e Massimiliano Latorre i due nostri marò ospiti nelle carceri indiane da quasi due mesi come se la vicenda non lo riguardi. È la prima gaffe di Tonti dei Monti. Complimenti a Quito Terracciano che ha preparato il dossier Libano.

4- RIGOR MONTIS FA IL PIAZZISTA IN ISRAELE

Una cosa buona va dato atto ad Ali Babà Monti: come in Asia, anche in Medio Oriente si è trasformato in piazzista. Così al termine dell’incontro con il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha annunciato un accordo per la realizzazione di un addestratore militare realizzato da Alenia-Aermacchi. Il futuro Finmeccanica è assicurato, gli italiani ringraziano.