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Cucù, cucù, Dio non c’è più!

L’Universo è sempre esistito, ed esisterà per sempre: la nuova teoria

L’Universo è sempre esistito, ed esisterà per sempre: la nuova teoria

Il Cosmo non è in costante ed uniforme espansione. Un team di astrofisici della Eötvös Loránd University (Ungheria), coordinato dal professor Gábor Rácz, propone una nuova teoria che demolisce punto per punto l’attuale modello standard dell’Universo, quello che per intenderci contempla l’esistenza della materia oscura. Secondo gli scienziati va rimesso tutto in discussione, a partire dalla teoria del Big Bang fino ad arrivare a quella del Big Crunch. La materia ordinaria, quella visibile con le apparecchiature in dotazione agli astrofisici, si distribuisce nel Cosmo su una struttura simile ad una ragnatela, addensata in filamenti composti dai super-ammassi di galassie. Al di fuori dei filamenti, tuttavia, si formano delle gigantesche bolle prive di materia, delle sterminate regioni di vuoto assoluto.

La nuova teoria ancora tutta da confermare

Ciò porta il team di Rácz ad ipotizzare che l’energia oscura potrebbe non esistere affatto. Secondo i ricercatori il Cosmo potrebbe essere il risultato di una incessante (eterna) successione di “mini bangs”. Miliardi di galassie che si incontrano e scontrano in una struttura tridimensionale multicentrica. Non esiste e non è mai esistito quindi un centro, a partire dal quale l’Universo si è poi sviluppato, ma una infinita serie di centri che si vengono a formare istante dopo istante. L’Universo, in base a questa nuova teoria, sarebbe dunque sempre esistito ed esisterà per l’eternità: le implosioni e/o le deflagrazioni delle galassie sono la sola legge costante nel Cosmo. La teoria, ripresa con un approfondito articolo pubblicato sulle pagine del Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, andrà ora confermata dalla comunità scientifica.

L’attuale modello standard dell’Universo

L’Universo, stando alle attuali conoscenze, si è formato circa 13,8 miliardi di anni fa e da allora si espande, continuamente. La prova di questa espansione si basa sull’osservazione delle galassie e dalla deduzione che ne consegue: la velocità con cui una galassia si allontana da noi è proporzionale alla sua distanza (legge di Hubble). Dal 1920 la mappatura della velocità delle galassie ha portato gli astronomi a concludere che l’intero Universo è in espansione, e che ha avuto inizio un punto infinitamente piccolo. Nella seconda metà del XX secolo, gli astronomi hanno dovuto tuttavia introdurre una nuova variabile, una “energia di natura ignota” – l’energia oscura – per spiegare il surplus di espansione (rispetto al precedente modello) che non si poteva spiegare con l’energia prodotta dal Big Bang. Secondo questa interpretazione il nuovo fattore da considerare doveva costituire quasi il 70% dell’energia dell’Universo. Il resto sarebbe materia oscura, il 25 per cento circa, e materia ordinaria, il restante 4 per cento, o poco più.