Senza categoria

Il Patto di Roma

Tiene banco in questi giorni il tormentone sul referendum promosso dalla CGIL che, in salsa camussiana, vuole l’abrogazione dei voucher. Questa nuovo dramma satiresco  voluto dalla Susannona nazionale, fonda le sue redici nei  meandri più arcaici del CGIL-pensiero, definitisi all’alba del Patto di Roma il 9 giugno 1944, quando, per mano di Giuseppe Di Vittorio (PCI), Achille Grandi (dc) ed Emilio Canevari (PSI), vide la luce la CGdL, il sindacato rosso vermiglio, poi tramutatosi in CGIL. Nella sua sempre delirante visione della realtà propria del mondo del lavoro, l’associazione guidata dalla Camusso si scaglia contro lo strumento del buono lavoro, o voucher, voluto nel 2003 dal governo Berlusconi, colpevole, a sentir il sindacato, di aumentare la precarietà e lo sfruttamento.

I voucher sono ormai diventati i pizzini che retribuiscono qualsiasi attività. Così facendo si inquina il buon lavoro e si condannano milioni di giovani e lavoratori a un futuro assai povero. Vanno aboliti” Camusso Susanna

Nato per contrastare il lavoro nero, il buono lavoro è stato via via reso più acessibile, il IV governo Berlusconi ne estese l’utilizzo a tutti i soggetti con la legge 33/2009, successivamente il governo Monti ne rafforzò ulteriormente l’utilizzo libralizzandolo a tutti i settori ed amiti lavorativi. Il governo renzi, a mezzo del Jobs Act, ne ha innalzato il limite da 5.000€/anno a 7.000€/anno eliminando anche la clausola del lavoro occasionale

Questo ha determinato l’esplosione nell’utilizzo di questo strumento retributivo, percepito come un comodo e veloce mezzo per pagare chi lavora in modo legale senza gli assurdi costi di cui è gravato il lavoro in Italia; in termini numerici nel solo 2016 sono stati venduti oltre 145 mln di voucher con un incasso MINIMO stimato per lo stato di quasi mezzo miliardo di euro

Il pavido e incapace governicchio Gentiloni, nato solo per salvare le pensioni dei guitti di questa legislatura, schiacciato com’è da aziende e Confindustria da una parte, e i bucanieri rossi dall’altra, cerca di riparasi dalla bordata del galeone CGIL con rimedi che levitano tra il comico e l’assurdo; l’ultima sciocchezza: cancellare i voucher per bloccare il referendum!