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La consulta ha deciso sull’ Italicum. E ora che si fa?

corte-costituzionale-ppFinalmente la consulta ha deciso, ha emesso la tanto agognata sentenza sull’Italicum, dopo settimane di attesa, e finalmente ora c’è una legge elettorale immediatamente sfruttabile.  Allora si va a votare? M5s aveva parlato chiaro, nella conferenza stampa immediatamente tenuta dopo le dimissioni di Renzi: sentenza della corte sull’Italicum e poi subito al voto. Anche la leha e FdI vorrebbero andare subito al voto, qualsiasi sia la legge elettorale vigente. Ma c’è il PD che frena, e con essa i suoi alleati, che tutto avrebbero da perdere se si andasse a votare al più presto. Del resto la maggioranza attuale è loro e il destino del paese è nelle loro mani. Finchè esiste una maggioranza, il Presidente della Repubblica ha il dovere di salvare la legislatura, non può sciogliere le camere di sua iniziativa, deve prima dimettersi il governo e verificare che non ci sia un’altra maggioranza. E poi c’è un altro problema: il senato. Con quale legge elettorale si vota al senato, visto che la costituzione impone che la legge elettorale al senato sia sostanzialmente diversa da quella che elegge la camera e costruita su forti basi regionali. Come dire che la nostra costituzione fa della scarsa governabilità, del bizantinismo in politica e della giungla istituzionale un valore, quella stessa costituzione che tutti difendono o disprezzano a seconda delle convenienze.

Ricordiamo che cosa ha deciso la corte costituzionale: è stato cancellato il ballottaggio che concedeva al partito vincente, di avere un premio di maggioranza tale da rendere un partito di minoranza una maggioranza assoluta. Rimane il premio di maggioranza che va al partito che ottiene almeno il 40% dei voti. In pratica un proporzionale con premio di maggioranza.

E allora quali scenari si prospettano, non appena sarà consentito di andare a votare? Molto probabilmente nessuno raggiungerà la fatidica soglia del 40% e quindi un governo di coalizione sarà l’ipotesi più probabile. Il totoalleanze è aperto e le voci che circolano rimangono tutte ugualmente valide e, allo stato delle cose attuali, tutte ugualmente assurde. La più gettonata sembra un accordo PD-PDL, soprattutto se il M5s mantiene la sua posizione di non fare alleanze. Se il M5s dovesse cambiare il diktat del “nessuna alleanza”, sempre possibile perchè sono diversi i dogmi originari del M5s che sono stati abbandonati nel corso del tempo, un’asse M5s-Lega sembra favorito. Ma non dimentichiamo, come dice Becchi, una possibile alleanza tra il PD (senza Renzi) e i 5 stelle.