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La truffa delle vincite ai programmi RAI

Dai “Fatti vostri” a trasmissioni quali “L’eredità” condotta da Carlo Conti, sono tanti i concorsi a premi legati ad altrettanti programmi televisivi che elargiscono vincite in fantomatici gettoni d’oro. A ben vedere lo impone la legge, che evita così che i concorsi si trasformino in gioco d’azzardo. Ma in cosa consistono i gettoni d’oro? E come avviene la loro conversione in moneta sonante? Della questione si è occupata la trasmissione di Milena Gabanelli, Report. Che in un’inchiesta condotta da Sigfrido Ranucci, mette in luce tutti i lati oscuri di un sistema, quanto meno singolare, che va avanti da anni. Forse dai tempi di “Rischiatutto”.

Gettoni d’oro o vincita in denaro?

A parte i leggendari ritardi (anche pluriennali) nel pagamento delle vincite, i gettoni d’oro possono essere incassati – dopo una serie di passaggi senza senso – anche in contanti, ma con un valore sensibilmente alleggerito. Come spiega il servizio di Report, formalmente il vincitore riceve i gettoni d’oro del valore della vincita detratte le tasse (Irpef e Iva) il costo del conio e la perdita fisiologica della fusione. A questo punto il beneficiario li rivende alla Zecca allo stesso prezzo, da cui però viene detratta la perdita fisiologica e il costo della fusione. Ancora? Esatto, doppio passaggio e doppia perdita di valore. Ma senza garanzia che il conio e la fusione successiva alla vendita all’autorità siano avvenute realmente.

Per capire meglio, facciamo un esempio. Il vincitore del Granze Fratello 10, Mauro Marin, che vinse 250 mila euro in gettoni d’oro, alla fine dopo questi simpatici passaggi si ritrovò con un versamento in conto corrente di 150 mila euro. Mettici la quotazione del giorno dell’oro, mettici il conio, le imposte, la successiva fusione, ecco il premio sensibilmente alleggerito.

Conio più “leggero”

Ma non è tutto, perché l’inchiesta di Report è cominciata da un’altra criticità che non riguarda il valore finale finito nella tasca del vincitore, ma quello iniziale dei gettoni d’oro. L’inchiesta ha preso il via infatti da una concorrente che ha deciso di ricevere i suoi gettoni d’oro. E’ proprio lei a denunciare che dobloni recapitatigli dalla Zecca sono composti da una lega “non purissima”, come invece prevista dai regolamenti: sul bilancino mancano infatti 5 grammi per chilo. Intorno alla vicenda si alza un polverone nel quale interviene anche la magistratura, su esposto del Poligrafico dello Stato. E quel che salta fuori, tra l’altro, è che per acquistare l’oro non sono state fatte regolari gare ma semplici indagini di mercato.

Come riposta il Corriere della sera, durante la trasmissione di inchiesta, Gabanelli ricorda che “L’ipotesi è frode in pubblica fornitura. Dal 2012 alla data della messa in onda della nostra puntata, cioè aprile scorso si sarebbe fatta pagare dalla Rai 20 milioni di euro per prestazioni mai effettuate e e oltre 700 mila euro da quei vincitori che hanno optato per il controvalore in denaro”. Insomma Poligrafico contro Rai: è l’assurdità di un sistema evidentemente sbagliato, mai messo in discussione. Scrive il Corriere che, “contrariamente al passato gli attuali amministratori del Poligrafico hanno deciso di comprare l’oro facendo una gara pubblica”. E meno male, ma chi ha vinto? “Lo stesso fornitore di sempre: Banca Etruria”.