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Le due capitali sotto le stelle

images-3images-2I risultati elettorali hanno sancito la vittoria del M5S sia a Roma sia a Torino. Mentre la vittoria a Roma appariva scontata, a Torino i 10 punti di vantaggio di Fassino su Appendino rendevano l’esito dei ballottaggi se non scontati, almeno favorevoli al candidato PD. Invece i ballottaggi hanno completamente ribaltato la situazione. Indubbiamente il M5s può parlare di successo, dopo Parma e Livorno ha l’occasione per dimostrare di non essere solo ed esclusivamente un movimento di protesta, di essere pronti a governare anche realtà importanti e sotto la lente d’ingrandimento dei media.
Ma non si può non fare alcune considerazioni: l’astensionismo aumenta e con sé la sfiducia nei confronti della politica, sfiducia che i 5S non sembrano riuscire a cogliere in pieno.
Al ballottaggio ha partecipato, in media, poco più del 50% dell’elettorato, confermando così la tendenza secondo la quale chi ha votato candidati esclusi dal ballottaggio, per la stragrande maggioranza dei casi non si è recata a votare. I dubbi su un sistema elettorale a doppio turno aumentano se si considera che a scegliere un sindaco è in molti casi poco più del 25% dell’elettorato.
Il M5S ha trionfato soprattutto lì dove il centrodestra era molto debole, diviso e praticamente fuori dai giochi. L’elettorato di cdx che si è recato a votare ai ballottaggi, ha dato un contributo determinante alla vittoria delle candidate pentastellate.
Il PD è il grande sconfitto, soprattutto il PD di Renzi: di solito l’elettorato di csx, sia pure diviso, ai ballottaggi faceva quadrato nei confronti del candidato in qualche modo rappresentante la sx. Ora invece sembra o disertare le urne o addirittura votare il candidato opposto a quello del PD.