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L’Eretico

Massì dai, è tutta colpa di Umberto Eco. Di romanzi gialli o thriller, qual dir si preferisca, ambientati in epoca storica ce ne sono stati anche prima, di ambientazione medioevale oppure antico-romana (ricordo un romanzo in cui a indagare vi era un certo Marco Tullio Cicerone ;-)). Ma “Il Nome Della Rosa” è stato qualcosa di diverso, il giallo che incontra il romanzo d’autore e insieme conducono il lettore verso considerazioni di carattere storico-filosofico-culturale come mai era stato fatto prima. Da qui la nascita del cosiddetto “giallo erudito” il romanzo di genere thriller che incontra l’alta cultura, con autori spesso anche molto validi (ricordo su tutti lo spagnolo Arturo Perez Reverte e il suo straordinario “Il Club Dumas”) Dan Brown, l’autore del “Codice Da Vinci” deve molto a Eco, non solo al suo capolavoro ma anche (se non soprattutto) a “Il pendolo di Foucault” romanzo meno celebre e celebrato che parla di complotti mondiali legati al mistero dei templari. Dal successo clamoroso di quel romanzo ecco che, come sempre accade, nasce un filone narrativo, ora come ora addirittura inflazionato, dove azione, misteri, indagini e complotti si legano a figure della storia e della cultura. Non è difficile, andando in libreria, imbattersi in “misteri” legati a figure quali Dante Alighieri, Rembrandt, Mozart e chi più ne ha più ne metta!
Questo romanzo non fa eccezione: accanto a personaggi e fatti di fantasia ci sono vicende e personaggi storici reali, da Savonarola a papa Borgia, da Gesù Cristo a Pico della Mirandola, e persino Leonardo Da Vinci come “special guest”.
Vista la premessa sembra che io stia stroncando il romanzo, in realtà “L’Eretico” si fa leggere con piacere e presenta non pochi spunti di riflessione e di arricchimento culturale.
Siamo alla fine del XV secolo, i Borgia, che governano lo Stato Pontificio, sognano di estendere il loro potere sulla ricca e potente Firenze, nel frattempo diventata una repubblica teocratica guidata da Savonarola. Ma anche gli eredi di Lorenzo il Magnifico, ora in esilio, sognano di riprendere il potere nella loro città. Dall’altra parte, nell’impero ottomano si scontrano due correnti, quella che vuole il dialogo con l’occidente (l’islam moderato) e quella che vuole la guerra santa contro il papa e l’odiata Venezia (una sorta di “al qaeda ante litteram”). Nel mezzo vi è uno strano gruppo di persone estremamente eterogeneo composto da un cavaliere fiorentino e sua moglie, un monaco tibetano e la sua pupilla, un emissario del sultano turco che fa il doppio gioco, con l’intento di portare a conoscenza del mondo intero l’esistenza del vangelo scritto da Gesù in persona, capace di sovvertire non solo tutto quello che ci è sempre stato tramandato su Cristo, ma il senso stesso delle principali religioni monoteiste del mondo.
Non mancano l’azione, l’avventura, la suspence, gli intrighi di potere e le vicende storiche raccontate con dovizia di particolari, ma la cosa più interessante del romanzo è la ricostruzione di questo fantomatico vangelo secondo Gesù nel quale si racconta un periodo della vita di Cristo su cui grava una sorta di black out culturale, quello che va dalla sua adolescenza fino al compimento dei trenta anni, quando comincia a diventare il predicatore che tutti conosciamo.

TITOLO: L’Eretico
AUTORE: Carlo Adolfo Martigli
CASA EDITRICE: Longanesi