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Lettera al direttore da parte di una imbecille.

 

Il Lincoln Memorial

Il Lincoln Memorial

Caro Direttore,

Sono nata in Italia pochi anni dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Erano ancora recentissime le conseguenze disastrose del regime di Mussolini, che aveva trascinato il nostro Paese in una guerra dovuta all’improvviso crollo morale di quasi tutta una generazione; ma già da allora era stato rimosso dovunque tutto ciò che riportava alla mente degli italiani di coscienza quel periodo vergognoso.

Mussolini Hitler

Hitler e Mussolini sul balcone di Piazza Venezia

Quasi vent’anni dopo mi sono trasferita negli Stati Uniti. Un giorno mentre seguivo alla televisione un discorso presidenziale ho notato sulle pareti della House of Representatives nel Campidoglio americano due immensi fasci littori identici a quelli che Mussolini aveva adottato come simbolo del suo regime, un regime che è l’antitesi stessa della democrazia. Scoprii poi che il simbolo del fascio in America è presente anche su statue di George Washington e di altri personaggi storici, su monete, su stemmi di agenzie federali, sui muri di palazzi di giustizia, perfino nel Lincoln Memorial, dove il più grande Presidente americano è rappresentato con le braccia appoggiate su due fasci posti ai lati del seggio.

Obama

Obama al Congresso

In origine per gli americani i fasci erano il simbolo dell’antica Roma repubblicana, ai cui ideali aspiravano i Founding Fathers. L’emblema del fascio di verghe legate da una fune, accompagnate da una scure e circondato d’alloro simboleggiava l’unione degli Stati Uniti, il cui motto è “E pluribus unum.” Ma la storia cambia, e con essa i suoi simboli; e quando i simboli vengono irrimediabilmente contaminati, non fanno più parte della società civile. Forse in America i fasci littori di mussoliniana memoria si possono spiegare in una statua eretta nel 1850, su una moneta coniata nel 1910, nello stemma di un’agenzia federale fondata nel 1930; ma è inspiegabile al giorno d’oggi un Congresso e un Presidente degli Stati Uniti riuniti in una sala dominata da un simbolo che ormai evoca solamente il capitolo più inglorioso della storia d’Italia. Non sarebbe ora che persone di buona volontà rimuovano i fasci dal Campidoglio americano?

Flavia R. Idà, San Francisco