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Obama è un caso clinico

Ha ragione Monrefuge: essere di sinistra è una malattia! In questo articolo di cui pubblico uno stralcio, Maurizio Blondet, citando uno studio americano, spiega come contraddire un sinistro equivalga a contraddire un fanatico della fede (che sia per questo che la sinistra è così vicina all’islam?), in sostanxìza nel sinistro si mettono in moto gli stessi meccanismo di difesa degli invasati della fede.

NEL CERVELLO DEI PROGRESSISTI

di Maurizio Blondet

“Il risultato della (macchinosa) sperimentazione è meno sorprendente  di quanto si pensi: i volontari non hanno cambiato praticamente di un millimetro le loro opinioni di colore “politico” (tasso di  indebolimento della fiducia in esse:  0,31 punti), mentre la forza che perdono le opinioni non politiche, quando opposte ad argomenti contrari,  è  quattro  volte superiore.

Ma c’è di più, ed è la vera rivelazione del test: dalle immagini in risonanza magnetica, si è visto che quando  il volontario “di sinistra” legge un’opinione “di destra”, il suo cervello attiva dei meccanismi  di vera e propria resistenza, che tecnicamente si chiama “rete cerebrale del modo per difetto”  – l’attivazione del precuneo, della corteccia cingolare posteriore media prefrontale – che  secondo i neurologi è implicata nella identità, nel sé, nell’introspezione.  Sono, hanno appurato  i ricercatori da precedenti  test, le stesse zone che si attivano quando persone selezionate come fortemente religiose, vengono messe di fronte a frasi che negano o contrastano la loro fede. Anche allora c’è attività accresciuta del “Modo per difetto”. Insomma la  Sinistra sta iscritta nell’apparato neuronale profondo.

Così, quando i progressisti nel test   sono confrontati ad asserzioni  che negano le loro credenze politiche,   il cervello mobilita l’amigdala (che sembra implicata nella paura di fronte a una minaccia), la corteccia insulare ed altre strutture   collegate alla regolazione delle emozioni, e la memoria – attivata alla ricerca di un contrattacco, di argomenti polemici di  resistenza.

Jonas Kaplan, il capo della ricerca,  lo spiega così: “Le credenze  politiche  somigliano alle credenze religiose in questo senso: che fanno parte di ‘ciò che voi siete’ e  sono  importanti per la cerchia sociale in cui  vi riconoscete appartenere”. Per assurdo, “per prendere  in considerazione un  altro punto di vista, dovreste prendere in considerazione un’altra versione di voi stessi”. La ricerca è stata motivata,  conclude, dalla constatazione  che nei dibattiti politici pubblici non si vedeva mai nessuno cambiare la propria opinione  su temi importanti e discutibili.

Che dire? Forse l’esperimento conferma che “la gente vive di fede come mille anni fa”, come scrivevo in un recente articolo: di rado l’uomo “pensa” davvero in proprio e  originalmente (è una gran fatica) e di  solito aderisce alle opinioni  del suo ambiente; opinioni che sono “credenze”  , che sono molto diverse dalle idee: per le idee si combatte e si dibatte, nelle credenze “si sta”,  ci si vive dentro come nel paesaggio circostante. Per esempio, i progressisti “stanno” nella credenza   nel  progresso, della superiorità  della modernità sull’antichità, del “nuovo” rispetto al “vecchio”, che   li rende tanto ridicoli ad occhi riflessivi, e disperatamente inattaccabili da  ogni  dubbio.

D’altra parte,   il piatto materialismo dell’esperimento per cui si è scomodata la risonanza magnetica onde mappare i cervelli, dimostra insieme troppo, e troppo poco. In ognuno giace, pronto a risvegliarsi, il riflesso primordiale “Noi contro Loro”,  biologicamente necessario nelle arcaiche cacce e in primitive guerre tribali,  ma non meno utile  nei reparti militari in operazione; chi lo  sa suscitare  nelle  folle, sia il demagogo, un colonnello  o la società calcistica, ha il gioco facile a suscitare fedeltà e  avversità irrazionali;  metti “Noi” contro  “Loro”  e non hai bisogno di argomenti , di  spiegazioni; crei spirito di corpo (Noi)  e inimicizia  settaria (Loro), fino alla tendenziale disumanizzazione di “Loro”.

D’altra parte, questo non dà ragione del particolare, specifico dell’antropologia di sinistra: quello per cui le stesse azioni sono deplorevoli se le fa un governo “di destra”, mentre sono lodevoli, o spiegabili, se le fa un  politico “di sinistra”.

Perché per le Botteri o Boldrini, Obama  (e  persino la Clinton) restano più civili e moralmente superiori, benché abbiano fatto più guerre di Bush jr., più distruzioni e malvagità?”

NEL CERVELLO PROGRESSISTA CHE “HA SEMPRE RAGIONE”