Politica

QUER PASTICCIACCIO BRUTTO DE L’ARTICOLO 18

Sembra in dirittura d’arrivo la riforma del lavoro del governo Monti. Il provvedimento che il governo si appresta a varare è complesso e contiene tutta una serie di cose che, in teoria, dovrebbero snellire e migliorare tutto quello che ha a che fare con il lavoro. Chi volesse approfondire la cosa non ha che l’imbarazzo della scelta su quale media informarsi, è l’argomento del giorno e verrà ampiamente trattato da tutti i media, ognuno dal suo punto di vista.

Ma è uno solo il punto che tiene banco nelle discussioni, nei forum, nelle pagine di approfondimento giornalistico e così via, è il famoso/famigerato articolo 18. Ognuno, su questa questione la pensi come vuole, libero di credere che sarà uno strumento per combattere la disoccupazione o che sarà uno strumento di vessazione da parte degli imprenditori nei confronti dei lavoratori, non è questo che voglio porre all’attenzione dei lettori. Il punto che mi preme sottolineare è un altro: c’è la concreta possibilità di un ritorno ai famigerati anni 70 e alla conflittualità sociale, tanto più pericolosoa in quanto non esiste più una guida forte a sinistra in grado di incanalare e irregimentare la protesta, a sinistra c’è il vuoto totale, dove vari capetti e rais si fano una guerra spietata per cercare di emergere dal nulla in cui sguazzano credendolo un oceano. Per un Diliberto che si fa fotografare sorridente accanto a una maglietta incredibilmente di cattivo gusto, si contrappone un Di Pietro che parla di Vietnam parlamentare, per un Vendola, in mezzo a vari scandali come un Berlusconi qualsiasi (ma a lui non lo tocca nessuno, figuriamoci!) che cavalca la protesta della cgil, si contrappone un Grillo che alza i toni e pubblica post incediari di esagitati che promettono alla Fornero la stessa fine di Biagi. 16 ore di sciopero nazionale e mobilitazione permanente e il tutto per una cosa che L’Europa pretende da noi, Europa che ha già “benedetto” Monti e il suo governo. E il PD che cosa fa? tutto e il contrario di tutto, Bersani balbetta, e i suoi non sono da meno, sono ad un bivio cruciale, appoggiare la riforma del governo e tagliare con la CGIL e la sinistra estrema oppure far cadere Monti? Come diceva l’articolo di Massimo Fini ieri sul Fatto quotidiano, ci siamo liberati di un pericoloso pagliaccio e adesso abbiamo almeno un governo dal provato rigore morale. Bene, allora siamo apposto così, ma a parere mio, modestissimo, meglio i pagliacci che i bacchettoni morigerati, visto come si evolvono le cose 😉

 

Gustavo Kulpe