Economia

UN’USCITA ORDINATA DALL’EURO SAREBBE BENEFICA PER L’ITALIA

1 – CRISI:MERRILL LYNCH;USCITA ORDINATA EURO BENEFICA PER ITALIA
(ANSA) – Una “uscita ordinata” dall’euro darebbe all’Italia “benefici in termini di miglioramento della competitività, crescita economica e finanza pubblica”. E’ quanto scrivono due analisti di Bank of America Merrill Lynch in uno studio riportato dalla Bloomberg secondo cui, assieme al nostro Paese, anche l’Irlanda avrebbe maggiori incentivi a lasciare l’eurozona rispetto alla Grecia mentre i danni maggiori arriverebbero alla Germania. L’analisi rileva come “mentre la Germania potrebbe ‘corrompere’ l’Italia a rimanere nella zona euro ed evitare le conseguenze di una uscita, la capacità che questo accada è limitata. Questo perché l’Italia ha più motivi rispetto alla Grecia di uscire e ogni compensazione potrebbe divenire troppo costosa per la Germania oltre al fatto che gli italiani possano essere più riluttanti dei greci ad accettare le condizioni per rimanere”. “Gli investitori stanno sottovalutando l’ipotesi di un’uscita volontaria di uno o più Paesi”, scrivono i due esperti che sottolineano come “le analisi portano ad alcuni risultati che anche i lettori che non le condividono probabilmente le troveranno interessanti”.

2- ITALIA E IRLANDA PIÙ INCENTIVATE DELLA GRECIA A LASCIARE L’EURO (BOFA)
Finanzaonline.com – Secondo la teoria dei giochi e l’analisi costi-benefici, l’Italia avrebbe maggiore incentivo ad abbandonare l’Euro rispetto alla Grecia. Lo rileva uno studio di BofA Merrill Lynch, che mostra come il nostro Paese, insieme all’Irlanda potrebbe trovare conveniente un’uscita volontaria e ordinata dalla moneta unica, ricavandone un miglioramento in termini di competitività, crescita e bilancio.

Lo studio di BofA mette in ordine i 17 Paesi dell’Euro secondo la rispettiva possibilità di un’uscita “ordinata” per scoprire che all’Italia, come anche all’Irlanda, è assegnato un punteggio di 3,5 mentre la Grecia si trova più in fondo alla classifica con un 5,3. La Germania invece è la meno incentivata a lasciare l’euro, con un punteggio di 8,5. Anche Austria, Belgio e Finlandia risultano tra i Paesi meno incentivati ad abbandonare la moneta unica.