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La piscina

Al paesello abbiamo un’attrazione: la piscina. Vengono fin da Bologna e da Modena per bagnarsi le chiappe nella nostra piscina immersa nel verde, dove le sdraio sono all’ombra di rigogliosi alberi su prati verdi ammantati di parimenti rigogliosa erbetta. C’è anche una piscina più piccola per i bambini e le vasche idromassaggio, pure quelle immerse nel verde, e ci sono le docce nebulizzanti, 2 acquascivoli, l’acquarun, la casa bimbi, l’area fitness, il dogpark e un ristorante pizzeria con accesso sia dall’interno che dall’esterno. La sera è veramente suggestivo farci il bagno, l’illuminazione  e la filodiffusione sommerse, unite ai piccoli lampioncini che illuminano i vialetti che si diramano nel bosco rendono questa struttura davvero meritevole di una visita, è piuttosto cara ma ne vale la pena.  Il problema è che siamo in montagna, col sole a picco tutti i santi aiutano, ma basta che il cielo si copra per far cambiare le cose radicalmente, in un attimo può venire freddo, molto freddo, di colpo può salire la nebbia e non si può permettere che l’acqua cominci a “mordere” i bagnanti. Ma quanto costa scaldare l’acqua di una piscina in termini di inquinamento? Pare che tra le nuove fonti di energia ecologiche  sia entrato anche il carbone; afferma il presidente di Nomisma Energia Davide Tobarelli:

l’ambientalizzazione delle polveri è ormai cosa fatta, con emissioni per ‘unità di energia resa utile al consumatore che è la minima possibile. E con ‘zero impattò sui potenziali inquinanti, i metalli ad esempio, dei terreni agricoli.Nel mondo, i consumi di carbone sono in forte crescita in quanto rimangono la fonte più economica per la produzione di energia elettrica. In Europa sono 39 le grandi centrali in programma, di cui sei in costruzione. Nel pianeta il 40 per cento del fabbisogno energetico viene dal carbone, una scelta su cui primeggiano Cina, Germania, Stati Uniti e Regno Unito

Il buon Tobarelli parla di polveri sottili “ambientalizzate” (chissà che vuol dire) e dimentica di parlare della combustione del carbonio che, se la chimica non è cambiata per far piacere al presidente di Nomisma Energia, è davvero deleteria per l’ambiente. Vediamo:  supponiamo di voler riscaldare la piscina del paesello le cui misure, diciamo, siano 10X5X3 metri per un volume totale di 150 m^3 per un totale di 150.000 kg d’acqua. per portare quest’acqua da 15 a, supponiamo, 30 gradi occorrono, tenendo presente che il Cs (calore specifico) dell’acqua è 4,18 kJ/kg, Q=mCs(T2-T1) calorie ovvero 150.000*4,18*(30-15) = 9.405.000 calorie.  Un kg di carbone (nella speranza che Tobarelli usi nelle sue ecologiche centrali delle antraciti o dei litantraci) mi rende circa 8.130 calorie, ma  per far questo dobbiamo accettare che nella combustione di quel kg vengano usati ben 2,667 kg di ossigeno, ma l’ossigeno si trova nell’aria nella misura del 23% quindi dovremo consumare 2,667*100/23 = 11,594 kg d’aria, ovvero, essendo l’aria pesante 1,293 kg/m^3 dobbiamo impiegare 11,594/1,293 = 8,967 metri cubi di aria, ricapitolando per bruciare 1 kg di carbone mi devo fregare quasi 9 metri cubi d’aria. Così, per scaldare la piscina del paesello il buon Tobarelli deve bruciare 9.405.000/8.130=1.156 kg, quindi più di una tonnellata di carbone che corrispondono a 8,967*1.156 =10.373 m^3 di aria irrespirabile, di inquinamento, di cacca. Complimentoni!  Un kg di carbone mi fornisce 8100 calorie che corrispondono a 33,9 kJ (kilo-joule) un kg di materiale fissile mi fornisce 2.070.000 MJ (mega-joule) che equivalgono a 494.411.010.000 calorie e zero, dico ZERO emissioni di gas combusti nell’atmosfera. quindi con 1 (UNO) solo kg di materiale nucleare Tobarelli potrebbe scaldare, piscina più piscina meno, 52.568 piscine come quella del paesello; non c’è che dire, il carbone è la fonte più economica e meno inquinante!