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Se sei nero…ti tirano le pietre

Se sei rosso e lo dichiari avrai le porte del successo spalancate. Se sei nero, lo devi nascondere, altrimenti …so’ccazzi!

Da Libero Quotidiano

Il Msi fu prima di tutto una comunità. Litigiosa sicuramente, ma coesa e intellettualmente vivacissima. E perciò seducente. Il Movimento Sociale Italiano, nonostante una fiorente (e recente) letteratura si ostini a dipingerlo come un ghetto di irriducibili tromboni o di sognatori decontestualizzati, ebbe la capacità di confrontarsi con il mondo, con le intelligenze e con i sogni e le speranze di generazioni di italiani. Artisti, attori, cantanti, sportivi.

E poi professionisti, accademici, ufficiali e uomini di cultura. In tanti, e comunque più di quanto si possa pensare, seppero sfidare il conformismo e l’ ostilità che per decenni ha circondato il Msi e i suoi simpatizzanti. Che magari, dopo una militanza giovanile e non solo giovanile, presero altre strade senza mai rinnegare ideali o semplici simpatie. A cominciare da un’ icona come Paolo Borsellino. (…).

Borsellino fu dirigente del Fuan a Palermo, da giovane studente di giurisprudenza. E, dopo la sua morte, il collega Giuseppe Ayala ricordò come, ancora nella procura di Palermo si scherzasse – magari abbozzando un divertito saluto romano entrando nella sua stanza – sull’ orientamento politico di Borsellino, rimasto immutato dai tempi dell’ università.

Passando ad altre città e altre eccellenze ci sarebbe anche Aldo Fabrizi, forse il più grande attore romano del Dopoguerra: amico di Giorgio Almirante, gli fece da testimonial in prima fila, all’ inizio degli anni Ottanta in tv a Italia Parla, trasmissione di Rete4, condotta da Pippo Baudo ed Enzo Tortora dal Teatro Eliseo. (…).

Amici e intimi di Almirante furono i Vianello. Roberto, fratello del celeberrimo Raimondo, fu tra i fondatori del Centro Sportivo Fiamma e ancora oggi c’ è un premio dedicato alla sua memoria. Raimondo Vianello, che aveva aderito alla Rsi, fu anche tra i dirigenti della struttura sportiva per diverso tempo. Furono vicini alla comunità missina anche Giorgio Albertazzi e Walter Chiari, che come Vianello avevano vissuto la guerra civile tra le milizie repubblicane.

E poi il grande attore di teatro Ernesto Calindri, la mitica Wanda Osiris, regina della Rivista, e l’ impareggiabile caratterista romano Mario Carotenuto, protagonista di tanti film – anche con Totò – degli anni Cinquanta e Sessanta.

Era di destra anche Peppino De Filippo, a differenza del fratello Eduardo, socialista dichiarato. (…). Casualmente, la tomba del grande Peppino, al cimitero del Verano a Roma, è a fianco a quella – ormai in decadenza – di Claretta Petacci. (…).
Sono tantissime, inoltre, le leggende fiorite attorno a cantanti e musicisti. È assodato che Mara Maionchi e Max Pezzali (ex 883) frequentarono (la prima negli anni Sessanta, il secondo negli anni Ottanta) le sedi del Msi rispettivamente a Milano e a Pavia. Ma non sarebbe vero che Renato Zero, a Roma, frequentasse i missini negli anni di piombo; e nemmeno è vero che Vasco Rossi fosse dichiaratamente fascista, come voleva un’ ormai spenta leggenda urbana che pareva infischiarsene del fatto che il rocker fosse da sempre radicale. (…).

Ancora in ambito musicale, un altro grande della musica italiana, Franco Califano, ebbe sempre simpatie a destra e frequentava tranquillamente gli ambienti missini romani. Stava a destra anche Aurelio Fierro, uno dei grandi della canzone napoletana, sebbene eletto consigliere comunale a Napoli con la Democrazia Cristiana negli anni Settanta. (…).
Tra gli scrittori e gli intellettuali italiani, fra gli altri, furono a destra Dino Buzzati e Piero Buscaroli. Si è dichiarato elettore del Msi anche il musicologo Paolo Isotta. (…).

Giorgio De Chirico ideò i bozzetti da cui sarebbe nato il simbolo del Fuan, il Fronte Universitario d’ Azione Nazionale che raccoglieva gli studenti missini. (…).
La formazione degli sportivi è lunghissima. Ed è capitanata dal grandissimo pugile di origini istriane Nino Benvenuti e dal marciatore Abdon Pamich, che era nato a Fiume. C’ è poi il ciclista Fiorenzo Magni, denominato «Il Leone delle Fiandre».