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Rispetto Cécile, rispetto e umiltà!

Wikipedia riassume così la storia del Congo fino al 1870:

La zona che porta oggi il nome di Repubblica Democratica del Congo è popolata da circa 10.000 anni. Tra il VII e l’VIII secolo vi si installarono tribù Bantu provenienti dall’attuale Nigeria.

foro romanoSicuramente  hanno tralasciato le cose meno importanti, ma se quelli riportati sono i fatti più significativi comprenderà bene, cara Cécile, quanto insignificante sia il paese dal quale proviene, un paese che non ha contato nulla, che non ha contribuito allo sviluppo dell’arte e della scienza e non ha contribuito a far avanzare l’umanità di un millimetro. La società dalla quale proviene non ha lasciato nessuna vestigia ne’ opera dell’ingegno o dell’arte, si è limitata a tramandare usanze primitive sempre uguali a se stesse, senza  alcuna miglioria; eppure, nonostante queste premesse lei, signora Kyenge, critica il paese e il popolo che la ospita, popolo la cui plurimillenaria cultura ha portato la civiltà in paesi barbari, la cui cultura ancora oggi rappresenta la base dell’odierna società. Lo sa, signora Kyenge, che a Roma, nel foro romano, vi erano  gli Horrea Vespasiani, magazzini adibiti al commercio, dove lei, signora Kyenge, se fosse vissuta a quel tempo avrebbe potuto fare la spesa al coperto come in un qualsiasi moderno supermercato? Lo sa, signora Kyenge, che i miei antenati erano in grado di realizzare alberi filettati e fori filettati? Lo sa, signora Kyenge, che gli archi portanti, come quelli dei ponti per esempio, sicuramente presenti anche nel suo paese, sono stati  inventati da questo popolo che lei tanto disprezza?  Citando un principio del diritto romano ha voluto dar  sfoggio di una cultura che non  le appartiene, le cito allora l’oscuro responso della Sibilla, che a seconda di come si sposta la punteggiatura cambia il significato, allora come oggi molto appropriato ai politici: IBIS REDIBIS NUMQUAM PERBIS, che si può tradurre “andrai, tornerai, non morirai” oppure “andrai, non tornerai, morirai”