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Il 30 febbraio

Le riforme istituzionali decollano con un’ala rotta, la sola presenza di Berlusconi nella “convezione per le riforme” è la scusa per non cambiare nulla e  rischia di far naufragare questa specie di commissione ancora prima della sua nascita. D’altronde Alessandro Milan dai microfoni di Radio 24 già si appresta alla conta delle “settimane decisive”, sport mattutino che ha inventato in occasione della tanto sbandierata abolizione delle provincie poi mai andata in porto. E’ molto probabile che non verrà fatta alcuna vera riforma, ben che vada metteranno insieme l’ennesima nuova legge elettorale, inutile come le precedenti, buona per le inutili e antidemocratiche “elezioni” prossime venture. Il nodo, il casus belli meglio, è la presidenza di questa “convenzione” che Berlusconi vorrebbe gli fosse riconosciuta, ma i teodem fanno muro e capitanati da Renzi che sotto il suo vessillo al grido di “Ora non esageriamo, un conto è fare un governo con il Pdl perché non ci sono alternative, altro è dare la Convenzione a Berlusconi”, cerca di smorzare con la leva dell’antiberlusconismo le frange “OCCUPY PD”. Strano che si voglia escludere proprio chi, più di tutti, ha voluto le riforme istituzionali denunciando a più riprese l’icongruenza del nostro sistema elettorale, segno evidente che cìè tanta finction e poco costrutto. Di questo avviso anche senatricePdl Maria Elisabetta Alberti Casellati secondo cui è “ora di porre fine a diktat che rischiano di far naufragare un paziente lavoro di tessitura fra i partiti”; se questi sono gli auspici direi che le riforme sono rimandate al 30 di febbraio, giorno di San Mai!